Mercante in fiera

April 22, 2008
Lo spettacolo teatrale “Il Mercante in Fiera” mette in scena situazioni di quotidiano razzismo rappresentate con pennellate dal tocco leggero. un razzismo dovuto ad un modo troppo convenzionale di pensare e di vedere gli altri, piuttosto che ad un reale disagio nei confronti del “diverso”. Qui la diversità – in particolare quella del colore della pelle – in una società non avvezza ad essa – porta spesso migranti e nativi ad affrontarsi nella vita di tutti i giorni, in situazioni al confine fra l’imbarazzo e il razzismo. Abbiamo scelto di rappresentarle con una certa disincantata ironia, per fare sorridere più che ridere spingendo a una meditazione sulle nostre relazioni di nativi/migranti piene di atteggiamenti inconsapevoli rivelatori della spessa corteccia di fraintendimenti e di preconcetti che li avvolge. “Il Mercante in Fiera” si propone di far ragionare su come il linguaggio complichi, distorca e pesi sulle relazioni, su come costituisca un importantissimo aspetto della nostra società, che si vuole multietnica e multiculturale…e forse multilinguistica. ecco l’uso dell’italiano che, chissà perché, si fa approssimativo quando ci si rivolge a chi non si riconosce come uno dei “nostri”. Di contro, il punto di vista dei venditori ambulanti, che con le loro parole contribuiscono a restituire umanità, dignità e spessore culturale a tutti coloro che sono categorizzati indistintamente come “vù cumprà”. La miseria, l’abbandono, della propria terra, l’arrivo in Italia, la vendita nelle fiere, il quotidiano assillo delle forze dell’ordine, lo sfruttamento nei campi di lavoro, la diffidenza degli italiani sono gli elementi a cui si fa riferimento: si tratta di una vita condizionata dal continuo cambiamento di strategie per vendere e salvaguardare la merce, per vivere o sopravvivere in un paese straniero.

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